venerdì 29 aprile 2011

Comizio di apertura del candidato Gianfranco DI CAPRIO

Intervento di Gianfranco DI CAPRIO




Cari concittadini, cari elettori ed elettrici, cari alifani tutti,
finalmente ci siamo! Il primo comizio è arrivato.
E voglio entrare immediatamente nel clima elettorale spiegando a tutti i presenti le motivazioni della mia candidatura.
Partiamo da lontano: è da circa un anno, purtroppo, che sapevamo di dover tornare a votare per il rinnovo del Consiglio Comunale ed appena dopo le vacanze estive era tutto un pullulare di incontri, di formazione di liste (si è parlato addirittura di otto liste).


A quel punto, in qualità di Segretario del Partito Democratico, decisi di prendere l’iniziativa e di contattare tutte quelle componenti politiche (a prescindere dagli schieramenti d’area) che avevano manifestato la volontà di realizzare un’alternativa amministrativa per il Comune di Alife rispetto agli ultimi dodici anni.
E la cosa sembrò funzionare. Quasi tutte le componenti apparivano interessate al discorso al punto che ci si incontrò con tutti e si decise anche di predisporre un manifesto pubblico. Meno male che quelle parole sono state scritte ed approvate da tutti coloro che erano presenti e, soprattutto, affisse nelle vie cittadine. Tutti hanno potuto leggerle. Nel frattempo alcune componenti venivano meno e rimaneva la sola candidatura a sindaco di Peppino Avecone.
Poi è successo qualcosa di strano: la comprensibile paura di chiudere le liste, i veti incrociati tra le varie componenti che a volte sembravano essere delle tribù (perché di questo si è trattato a volte, un confronto tra tribù), il defilarsi di alcune componenti hanno creato uno stato di agitazione tale da rendere il quadro complessivo molto confuso.
A questo va aggiunto che, chissà per quale strano motivo, la politica si deve fare di notte: e, a mio modesto parere, la lucidità dei protagonisti, me compreso, di notte è molto offuscata.
In una di queste notti (precisamente tra martedì 12 e mercoledì 13 aprile) mi venivano proposte due alternative: o accettare l’ingresso in lista di componenti della maggioranza uscente o favorire un totale rinnovamento, sostituendo alcune candidature del PD.
A questo punto vi chiedo molta attenzione!
La politica non deve mai cadere nel personale; mai e poi mai bisognerebbe dire questa persona va bene e quest’altra no. Io, in prima persona, ho difeso fino alla fine questo principio.
L’unico, vero discrimine, è e deve essere la propria idea di fare politica: se il tavolo aveva deciso, ed il mio partito aveva deciso, all’unanimità, in seduta assembleare, di formare una lista in contrapposizione all’attuale maggioranza, il segretario del PD non avrebbe mai potuto accettare una proposta politica che violasse il mandato ricevuto.
Così come non poteva accettare che si chiedesse di eliminare dal gioco due suoi tesserati.
Il buon padre di famiglia difende sempre i propri cari.
In quella stessa notte sono stato letteralmente scaricato e tradito! Tutti mi chiedevano una sterzata, rinnovamento, ma io tenevo il timone dritto per tutelare il mio equipaggio. E invece sono stato buttato a mare non da un’onda anomala ma da alcuni miei marinai. Mi sono sentito svuotato e mi ritornavano in mente le frasi delle persone a me vicine: “Tu non sei fatto per fare politica”. Avevo deciso di mollare tutto, anche di dare le dimissioni da segretario del PD: ma la mattina seguente sono stato letteralmente ricoperto da dimostrazioni di affetto e la sera successiva il mio partito, quello che orgogliosamente rappresento in questa lista civica, mi ha dato un nuovo mandato. Questi sono i fatti, non le chiacchiere di piazza.
Il compito affidatomi è stato quello di provare a coagulare le forze rimaste: nella serata di giovedì prima e di venerdì poi, siamo riusciti a trovare un accordo di contrapposizione leale ed onesto. Un grazie particolare, quindi, lo devo a tutti coloro che, con grande senso di responsabilità, hanno contribuito fino all’ultimo momento alla formazione di questa lista.

Andiamo ad un’altra questione. Più volte mi è stato detto che per candidarsi ci vogliono i voti: eccomi qua, candidato alla carica di consigliere, in cerca di consenso, pronto a tirare la carretta come ho sempre fatto, senza paura, con molti amici intorno e con la mia splendida famiglia.
Se il popolo, unico sovrano, deciderà di assegnarmi la fiducia sarò pronto a spendere ogni minima forza per il bene comune: sarò un amministratore leale, onesto e coerente, come mi hanno insegnato e come lo sono sempre stato in ogni momento della mia vita.
Se invece il risultato dovesse essere negativo continuerò a lavorare, come ho sempre fatto, da uomo libero.
E, per chiudere questa prima parte del mio intervento, faccio un invito ufficiale: mi offro ad un confronto pubblico con tutti coloro che ritengono non veritiere le mie affermazioni. Sono a totale disposizione!

Passiamo ora all’analisi della lista: prima di tutto salta immediatamente ai vostri occhi la presenza di un gruppo affiatato e coeso. Quella che si potrebbe definire un’orchestra. Di certo non ci pestiamo i piedi: non siamo alla ricerca dell’affermazione personale ma di quella della squadra. La stessa campagna elettorale è stata impostata seguendo questa linea.
Stiamo affrontando una campagna elettorale in piena armonia, dandoci consigli l’un l’altro e cercando di avvicinare quanta più gente possibile per trasmettere il nostro messaggio:
amministrare in modo diverso, rispettare l’ambiente, credere nelle donne, favorire la partecipazione, gestire la cosa pubblica con trasparenza, puntare davvero sui giovani.
Ho sentito dire in giro che potremmo avere difficoltà ad amministrare in quanto non siamo esperti.
Permettetemi di dire che questa cosa mi fa davvero ridere: tutti si riempiono la bocca sulle competenze. Allora vi invito a fare qualche riflessione. Se è vero che anche l’altra lista ha rinnovato perché dovrebbero essere più bravi di noi? Anche loro sarebbero alla prima esperienza! O le capacità dovrebbero essere riposte tutte negli uscenti?
Ma gli uscenti sono solo due… O meglio quattro (due dalla maggioranza e due dall’opposizione).
Oppure sentirci dire che non abbiamo agganci politici… E meno male!
La nostra lista ha ben tre donne.
La nostra lista rappresenta degnamente il territorio alifano, con candidati sia della frazione Totari che della località San Michele (e ve ne accorgerete).
La nostra lista può vantare un numero cospicuo di esperti: un ingegnere, un avvocato, un architetto, un agronomo, un poliziotto, un commerciante, un sindacalista, un ex direttore delle poste, un imprenditore, un artigiano, una dipendente dell’ASL ed un’infermiera.
La nostra lista può vantare un candidato sindaco esperto in materie economiche e tributarie con risultati amministrativi conquistati sul campo!
Anche su questo mi sento di proporre un pubblico confronto: sia tra i candidati a sindaco, sia tra i candidati alla carica di consigliere comunale!
Siamo pronti a farlo in qualsiasi posto e su qualsiasi argomento.
La nostra lista ha un programma elettorale frutto della collaborazione tra due realtà importanti della passata opposizione, in grado di contemplare sia gli aspetti della programmazione che quelli legati all’avvento prossimo del federalismo fiscale.
Ci occuperemo, da subito, di risolvere i piccoli problemi, senza promettere nulla di impossibile: solo il nostro impegno a servizio della gente.
La nostra lista è differente!
Stiamo incontrando le associazioni, abbiamo fissato cinque comizi per proporre le nostre idee e motivare la nostra scelta di campo: la nostra è una lista civica trasversale e trasparente in grado di affrontare seriamente il difficilissimo compito che ci aspetta dal 17 maggio.

Il nostro compito è quello di ridare alla nostra amata terra la NORMALITA’.
Abbiamo il dovere di amministrare questo paese guardando a tutti e non a pochi.
Abbiamo il dovere morale di ridare la speranza alla nostra gente, io, gli altri candidati ed il nostro candidato Sindaco abbiamo il dovere di risollevare questo stato di fatto legato ad un inesorabile declino. Lo devo a me stesso, lo dobbiamo ai nostri cari, lo dobbiamo anche ai nostri avversari politici perché il nostro paese ha bisogno di superare le difficoltà materiali ed umane in cui versa per recuperare quello spirito di cooperazione che ci ha fatto crescere. Lo dobbiamo fare perché non possiamo permetterci il lusso di perdere anche la speranza che un’altra Alife è possibile.
Nel comizio di apertura della passata campagna elettorale dissi che:
“Chi combatte può anche perdere, ma chi non combatte ha già perso”.
La partita è aperta: non sarà certo un comizio elettorale a cambiare le sorti di una elezione ma stasera dobbiamo capire che ci giochiamo una bella fetta di futuro.
Dobbiamo toglierci di dosso questo pessimismo per cui le cose non possono migliorare. Noi non abbiamo bisogno dei miracoli: ci servono le cose normali. Strade funzionali, acqua potabile (magari con la giusta pressione ai rubinetti), fognature, depuratori funzionanti, spazi dove poter far giocare i bambini e far passeggiare gli anziani, cura delle opere realizzate, una raccolta differenziata semplice e redditizia, la gestione interna dei servizi comunali, la valorizzazione del settore agricolo, la riqualificazione del centro storico, la cura delle periferie (senza avere zone di serie A e zone di serie B). Anche nelle periferie pagano le tasse come nel centro e per questo a quei cittadini vanno forniti gli stessi servizi, a partire dalla raccolta differenziata porta a porta.

Abbiamo bisogno di coinvolgere la cittadinanza nella vita amministrativa: questo servirà non solo a raccogliere idee e consigli ma anche a garantire la trasparenza della macchina amministrativa.
Ci dobbiamo impegnare tutti, ognuno nel proprio ruolo.
A questo punto, e mi avvio alla conclusione, ci deve essere il mio appello finale, non quello al voto: quello lo faremo il venerdì prima delle elezioni. Il mio appello è quello di diffondere il nostro credo, di lavorare tutti insieme, casa per casa (raggiungendo anche quei punti più isolati del territorio alifano) per dire agli elettori che ad Alife siamo pronti non a voltare pagina ma a cambiare libro. Siamo pronti ad amministrare con oculatezza, senza clientelismi. Siamo pronti a programmare il nostro futuro, insieme a voi.
Il mio appello è quello di credere in noi, in queste donne e in questi uomini, nel nostro candidato Sindaco Daniele Cirioli. Di credere e portare alla vittoria finale la lista n. 1.

Ce la possiamo fare!
Tutti Insieme, per Alife.
Grazie

1 commento:

  1. Caro Gianfranco purtroppo penso che il confronto fra voi candidati consiglieri non ci sarà mai perchè non sapranno cosa dire perchè il loro scopo è vincere indipendentemente dal modo o con chi ma soprattutto in che modo..... ti lascio immagginare. Volaevo dirti che il mio voto sarà tuo anche se ci conosciamo appena ma credo in quello che dici. Però volevo avvertirti di stare attento alle spalle perchè delle persone che credi ti stiano aiutando ti faranno rovinare perchè non ben visti dal popolo capisci chi..... Buona campagna elettorale

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